Time's Wardens

About this Scenario

1900 Il mondo in cui si muovono Isabela Gonzales e Damian Suàrez è un luogo spezzato tra progresso e paura, dove la magia non è più meraviglia ma strumento di controllo. Siamo all’inizio del Novecento: le città magiche crescono, i Ministeri si rafforzano, le alleanze internazionali si stringono nel nome della sicurezza. Sopra tutto domina un’ossessione condivisa: preservare la stabilità del tempo. Il Dipartimento Internazionale della Difesa contro le Arti Oscure è il cuore di questo sistema. Da lì partono ordini, cacce, missioni segrete. Gli Auror viaggiano tra continenti, villaggi remoti e territori selvaggi, portando con sé la legge e la condanna. Accampamenti improvvisati nella giungla, tende incantate più grandi all’interno che all’esterno, bolle contenitive e rituali di sorveglianza fanno parte della quotidianità. La notte è spesso illuminata da fuochi da campo e rune di guardia, mentre il silenzio è carico di sospetto. Ai margini di questo mondo regolato esistono luoghi che il tempo ha dimenticato: villaggi cancellati, case invisibili a una linea temporale ma vive in un’altra, sentieri che conducono a epoche diverse. Qui vivono i Saltatori del Tempo, nascosti, frammentati, ridotti a leggende. Le loro dimore sono spesso semplici, immerse nella natura, sospese tra passato e presente. Il tempo in questi luoghi non scorre diritto: rallenta, si ripete, si piega. La natura ha un ruolo centrale nello scenario. La giungla è soffocante, umida, viva, un luogo perfetto per nascondersi ma anche per essere braccati. I monti, al contrario, sono freddi, spogli, attraversati dal vento: rifugi temporanei dove il silenzio pesa quanto la solitudine. Ogni ambiente riflette lo stato emotivo dei personaggi, amplificando paura, stanchezza o tregua. Lo scenario è dominato da un conflitto invisibile: non una guerra aperta, ma una caccia silenziosa. Il pericolo non è sempre immediato, spesso è burocratico, legale, “giusto”. Il tempo stesso diventa un campo di battaglia